mercoledì 7 agosto 2019

Sono trascorsi due anni esatti dalla nostra partenza. Centinaia di foto, video, e ricordi.. anche se un po' in ritardo ho deciso di mettere a frutto la nostra esperienza sperando che possa essere d’aiuto ad altri viaggiatori così come per noi sono stati fondamentali i consigli ricevuti proprio su questo Forum, i quali hanno contribuito alla riuscita di un viaggio che ancora oggi io e mia moglie portiamo dentro come una delle più belle "storie" del percorso della nostra famiglia.

Ma facciamo un passo indietro. Siamo Riccardo, Flavia e Tommaso che all'epoca del viaggio aveva circa un anno e mezzo. E poi c'è lei, Viola la più bella sorpresa ricevuta a poca distanza dalla partenza per Denver. Si perchè poco prima di un mese da quel 2 Agosto 2017, la striscetta di cartone del test è diventata per magia "blu".
Che facciamo partiamo o rimandiamo? ....fammi pensare. SI PARTE!

Non siamo nuovi agli States, già 3 anni prima, io e Flavia abbiamo trascorso circa 4 settimane tra California, Nevada, Arizona e Utah. Ma questa volta, volevamo scoprire un America più autentica,
Alternare luoghi "must to see" ad altri assolutamente fuori dal circuito classico dei giri negli USA. Così leggendo qua e là, ci colpì un nome con il quale spesso viene chiamato questo itinerario,
ovvero "REAL AMERICA".
Già vedevo coronare uno dei miei più grandi sogni, percorrere le strade dei pionieri, vedere "la Frontiera", si proprio quella raccontata in Balla coi Lupi da Kevin Kostner. Era il 1991, vidi il
film per la prima volta, avevo 7 anni, e dissi a mia madre, io voglio andare li.. risata di tenerezza dei miei genitori.. Oggi penso, come è strana la vita :-)

Grazie a Usa on the Road, abbiamo pian piano costruito l'itinerario, basandoci su alcuni punti fermi: Yellowstone, il PowWow Lakota Oglala, tanto on the road, Monte Rushmore e poi il meglio che
i posti attraversati avessero potuto offrire.
I mesi passarono veloci, e l'organizzazione a maggio era quasi completa e l'itinerario in versione semi-definitiva.

Proverò a raccontare le nostre tappe con imparzialità, anche se non sarà facile, cercando di trasmettere le nostre sensazioni di quel momento (gioia, adrenalina, stanchezza e tutto ciò che ci verrà in mente),
Stati attraversati: 7 , Guida viaggio utilizzata: Routard, Usa Ovest "I Parchi Nazionali" e Lonely Planet Stati Uniti Parchi Nazionali


2 Agosto - 4 Agosto 2017 : Milano - Denver

Tutto è pronto, valige fatte, ma soprattutto guide viaggi, macchina fotografica, go pro e tre piedi. Il nostro volo British con scalo Londra per Denver ci attende da Linate.
Tommy è ancora inconsapevole di tutto, ha già preso molti voli, ma solo a corto raggio.
I voli fortunatamente trascorrono tranquilli, il personale è molto gentile e attento, e tra la lettura della guida, un ripasso generale dell'itinerario, le ore trascorrono veloci.
Canzone del giorno: Sweet child o'mine Guns n'Roses
Sensazione: Adrenalina

Denver ci accoglie con un pò di pioggia, e l'aeroporto è già un contrasto tipico U.S.A : ritratti e poster di popolazioni native americane passano sotto i nostri occhi fino al controllo passaporti.
Ritiriamo la nostra Nissan Rogue presso la Alamo. Bravi, rapidi e ci hanno fatto scegliere il mezzo che preferivamo tra 5 6 modelli parcheggiati la fuori.
Hotel Staybridge Suites Denver Airport per due notti prenotato insieme al volo su Expedia (prezzo Volo + 2 notti, uguale al solo volo sul sito della British). Voto 3.5/5
L'indomani giriamo un pò la Mile High Town (si perchè Denver è esattamente 1 miglio sul livello del mare). Complice il jet lag e il tempo grigio non riusciamo a goderci per bene il giro in città.
Abbiamo potuto apprezzare il lato friendly delle persone, la disponibilità verso i bimbi e il centro città che sembrava essere molto piacevole.
Del resto sapevamo che questa tappa sarebbe stata un pò sacrificata.

4 Agosto: Denver - Chadron (Nebraska).

Avete presente il detto "nel bel mezzo del nulla"? Ecco moltiplicatelo per 2, è questa è Chadron.
E' stata la nostra prima tappa lunga del viaggio. Un piccolo sacrificio per portarci il più vicino possibile alla Pine Ridge Indian Reservation.
Giorno 5 Agosto infatti, avremmo assistito al Powwow Lakota Oglala.
Il tragitto da Denver a Chadron, intervallato da una piccola deviazione a Cheyenne capitale del Wyoming, ci da già un assaggio dello stato del Nebraska. Superato il confine con il Wyoming,
Il Nebraska si presenta come una distesa infinita a perdita d'occhio di campi, comunità fantasma solo presenti sulla mappa a cui poi corrispondevano incroci di super strade e niente più.


Incontriamo la prima auto che corre in senso di marcia opposto dopo molti chilometri. Qualche Ranch, e poche mucche. Addirittura superiamo una piccola comunità con il cartello di benvenuto
e il numero di abitanti : 19!
Pranzo in un fastfood, più simile ad un Diner, con la cameriera da cliché tipico dei film americani, grembiulino e caraffa di caffè, probabilmente il nome di battesimo è Mary Sue o qualcosa del genere!
Primo test per una Vegetariana nel mid west americano, diciamo 1-1 , in una omelette si trova il pareggio e punto di incontro. Io invece mi fiondo su un hamburger giusto per chiudere il cerchio con gli stereotipi :-)

Arriviamo a Chadron, presso il nostro Super8 alle 18.00, un incrocio di strade, e alcuni Lakota in Reception venuti da fuori per incontrare le loro famiglie nei giorni successivi.
Ceniamo in camera, con un take away da McDonalds, non pensavo di poterlo mai dire, ma era la cosa più salutare e commestibile in zona (e fidatevi io mangio anche le pietre).
Mi è rimasta impressa la cameriera a cui ho chiesto se avevano un'insalata senza carne per mia moglie e lei felicissima mi rispose "SURE!", e mi rifila una ciotola con lattuga e Bacon, ahahaah.
La sera mentre Flavia e Tommy dormono e Viola scalcia, esco dalla camera e scambio due parole con il mio vicino di stanza (anche lui fuori a fumare) riguardo quello che ci avrebbe atteso il giorno dopo.
Le nostre strade si sono appena toccate, direi quasi sfiorate. Veniamo da due mondi diversi, per certi versi opposti, ma entrambi ognuno con la propria storia eravamo li a Chadron nel Nebraska perchè il giorno seguente saremmo andati a Pine Ridge. Lui per ritrovare casa, io e la mia famiglia per sentirci ospiti e non turisti in un momento tanto importante per una Nazione quella Sioux gloriosa ma purtroppo alla deriva, che tenta di rialzare la testa.
Pine Ridge è il luogo più povero d'America e uno con il disaggio sociale più alto. Ma la cosa non ci ha fermato. Mesi prima scrissi una mail ad un rappresentante del consiglio degli Oglala,
chiedendo se fosse stato il caso di prendere parte al Powwow, lui per tutta risposta mi chiese l'indirizzo e mi fece recapitare per posta, una mappa della riserva, una guida con la loro storia
e dei coupon per avere degli omaggi in vari negozietti di artigianato locale. Non mi è servito altro per capire che dovevamo andare ed esserci.
Hotel : Super8, voto 2/5, non il massimo in termini di pulizia.
Sensazione: stanchezza, eccitazione.


5 Agosto: Pine Ridge - Powwow Lakota Oglala - Interior ( South Dakota)

Sveglia presto, colazione e ci lasciamo alle spalle il nostro Motel. Imbocchiamo la strada che da lì a breve ci avrebbe portato nella riserva indiana di Pine Ridge.
ad accoglierci alcune strade chiuse per via della parata di persone ed auto che si sarebbe recata da li a poco al Powwow Ground, uno spazio apposito riservato al grande raduno annuale.

Per info, il Powwow detto anche Whachipi, degli Oglala si tiene a Pine Ridge solitamente il primo weekend di agosto di ogni anno.
Il ground consiste in un grande prato circondato  letteralmente da delle strutture in legno sotto le quali prendono posto i rappresentanti dei diversi clan, che si sfidano in canti accompagnati dai tamburi tradizionali. Al centro del grande cerchio avrà luogo il Grand Entry ovvero la sfilata con i costumi tradizionali e la parata dei giovani e anziani.
Dietro questi "spalti" si trovano bancarelle e per lo più camioncini che preparano cibo.

Il Grand Entry è un qualcosa di emozionante, ho visto cose che voi umani, direbbero nel film Blade Runner. Un anziano reduce di guerra con tanto di giacca e gradi militari, ma con capelli lunghi e
copricapo tradizionale si avvicina ad un suo coetaneo sulla sedia a rotelle. Erano proprio accanto a me, si abbracciano e parlano esclusivamente in lingua Lakota.
Abbiamo visto mamme intente a sistemare le trecce dei propri bimbi, e ragazzini di 8/9 anni andare in giro in 3 su un cavallo rigorosamente senza sella e con redini di corda.
In una intera giornata, io e Flavia abbiamo contato solo 10 "visi pallidi" come noi, per il resto solo Lakota. Per quel giorno, la desolazione era svanita, la povertà sembrava semplicità.
Ricordo una strana sensazione di benessere e allegria. Una famiglia di Nativi tornata da New York per incontrare i parenti ci fa mille domande sull'Italia e noi a loro su quel magnifico evento.
Facciamo anche alcune foto con dei signori con degli abiti bellissimi, che sfoggiano con fierezza.
Gli ingressi più belli sono stati quelli dei ragazzi dai 20-30 anni circa, "i guerrieri" del 2017. In particolare due mi hanno colpito. Non avevano alcun segno dell'americanizzazione forzata
degli ultimi decenni, ma anzi sfoggiavano una fierezza che forse non avevo mai visto. Sembrava quasi un modo per mostrare un grido di ribellione e di attaccamento alle proprie radici.
Il tutto faceva contrasto con le decine di bandiere americane affiancate a quelle Lakota e gli onnipresenti camioncini di hotdog alle spalle. Non saprei come descrivere il tutto, ho letto in alcuni volti la rassegnazione e allo stesso tempo il fuoco negli occhi.






Concludiamo la nostra giornata a Pine Ridge visitando il luogo del massacro di Wounded Knee. Lascio a voi, la curiosità di cercare e scoprire cosa successe in quel luogo il 29 Dicembre del 1890.

Per la notte abbiamo scelto il Badland Budget Host, non avrete molta scelta da queste parti. A noi è piaciuto tantissimo, ci siamo trovati di colpo nel cuore delle Badlands uno dei posti più belli di tutto
il viaggio. Il motel/campground, sembra una stazione di posta di frontiera. Alcuni lodge affiancati e un piccolo store al centro. Da qui in avanti il suono delle Harley Davidson ci accompagnerà per
tutto il viaggio fino a Yellowstone. Si perchè in South Dakota e precisamente a Sturgis nelle Black Hill sempre in quei giorni si tiene il principale raduno Harley Davidson d'America.
Prima che il sole tramonti, decidiamo di visitare i primi view point delle Badlands. Windows Overlook, Big Badlands Overlook e così via.
Il tramonto dalle Badlands è un qualcosa da vivere almeno una volta nella vita. Rosa, Arancione, Rosso e Giallo è questa la scala cromatica che vi accompagnerà.




Torniamo al lodge dopo aver fatto mille scatti tra seri, paesaggistici e stupidi, autoscatti che sono entrati di diritto nelle "memories" di famiglia!
La cena consiste in una pizza surgelata cotta al fornetto dello store, accompagnata da due Budweiser, il tutto mangiato in un tavolo di legno all'aperto. Ho ancora l'immagine di noi stanchi seduti la fuori , Tommy che corre libero indicando ogni cosa che vede e con in mano il suo pezzettino di pizza. Che crediate o meno, ma è stata una delle pizze più buone che abbia mai mangiato.


Hotel: Badlands Budget Host, voto 4/5
Canzone della giornata:Sacred Spirit Yeha - Noha.
Sensazione: Pace


6 Agosto: Interior - Badlads Park - Keystone

Caffè nero preso allo store e cookies grandi come una mano sono la nostra colazione, con aggiunta di latte per il nostro ometto.
Giornata fresca e nessuna nuvola in cielo, come anche il giorno prima. Oggi attraverseremo il parco delle Badlands facendo la strada panoramica interna. L'idea è anche quella di fare dove possibile qualche breve trail. Non ne abbiamo uno in particolare in programma ci lasciamo guidare dall'istinto. Una meraviglia dopo l'altra ci accompagna. Montagne tanto aspre quanto belle allo stesso tempo. I movimenti ondulatori delle creste, l'asfalto nero a contrasto rendono il luogo magico da attraversare in auto.

La strada verso Keystone non è tanta, 90 miglia circa. Ce la prendiamo con calma, ma la curiosità di vedere il monte Rushmore è tantissima.
Arriviamo al nostro Lodge fuori orario check in, così decidiamo di fare un salto a Keystone, e subito veniamo catapultati nell'altra faccia del South Dakota e degli States. Lasciata la sacralità delle Badlands e l'emozione del Powwow, ci ritroviamo in una classica main street di città del West, dove troviamo parcheggiate centinaia di Harley. Motociclisti con i loto gilet pieni di patch affacciati dai Bar. L'atmosfera è un pò caotica ma bella allo stesso tempo. Pranziamo da Ruby House, un ristorante che ricalca il periodo in cui Keystone e le Black hills erano ritrovo e ricovero di fuorilegge e cercatori d'oro.
Arredamento d'epoca, e mobilio in legno la fanno da padrone, sembra di essere in un saloon di fine 800.
Nel pomeriggio ci spostiamo verso il Monte Rushmore, Flavia è impaziente. Purtroppo il cielo è un pò grigio e questo rovina un pò le foto. L'impatto è molto bello . Pur consapevoli della follia che sta dietro la costruzione del monumento, costruito letteralmente facendo esplodere la montagna (tra l'altro sacra ai Lakota). I faccioni dei presidenti ci osservano da ogni angolazione. Noi scegliamo di fare il giro del monumento seguendo il trail l'indomani.
E’ ora di fare rifornimento in un supermercato, acqua, prodotti per la colazione e cena da asporto sono i must della spesa.
Il lodge che ci accoglie è bellissimo. Interamente realizzato con i tronchi, immerso in un bosco. I nostri vicini di Lodge sono una coppia di motociclisti 50enni, di cui lui con la barba bianca
lunga in stile ZZ TOp e che nella vita fa l'avvocato. Lei pantaloni in pelle e borchie, maestra di scuola elementare. Stupendi è dir poco. Mentre prendevamo le valige dall'auto troviamo Tommaso che all'epoca aveva un vocabolario di 20 parole circa, stare li a raccontarsela con il motociclista. Cosa si siano detti e cosa abbiano capito rispettivamente l'un l'altro non l'abbiamo mai scoperto, ma la scena è stata bellissima e impossibile da non immortalare.

Avremmo voluto vedere il Monte Rushmore di sera durante lo show serale con tanto di inno nazionale e fari puntati sulla montagna, ma la stanchezza ci ha bloccato e abbiamo preferito goderci il nostro lodge
e far giocare Tommy all'aperto.
Hotel: Holy Smoke Resort voto 5/5
Sensazione: piacevole stanchezza
Canzone della mattina: Paolo Nutini - Candy


7 Agosto: Monte Rushnore - Black Hills - DeadWood - Devil's Tower - Gillette

Dal South Dakota al Wyoming, oggi tappa lunga, ma prevista. L'obiettivo è quello di attraversare le Black Hills, con tappa a Deadwood e la Devil's Tower per fermarci poi in Wyoming.
Finalmente sole, e cielo senza nuvole, Flavia e la sua Reflex sono felicissime, giriamo il Monte Rushmore grazie al comodo trail e la passeggiata, facciamo con calma e poi ci rimettiamo in auto.


Tappa --> Deadwood.
La città ci accoglie con una statua in bronzo raffigurante un uomo che monta un cavallo imbizzarrito.. vedendola viene da gridare: IIIIIIIIIIIIIIAAAAAAAAAAAHH!!
Harley a destra e sinistra, saloon, bar storici, memoriali ed effigi di eroi di frontiera e luoghi di omicidi storici. Questa è Deadwood!
Giriamo tra le sue strade, entriamo nei negozietti, beviamo una birra e via verso le strade delle Black Hills in direzione Devils Tower.





Arriviamo nel tardo pomeriggio presso il monumento naturale. Lungo la strada ci fermiamo ad osservare i tantissimi cani della prateria. Sono ovunque. Tommy è emozionatissimo.
Arriviamo proprio sotto la "torre", altro luogo sacro dei Nativi americani, il cui appello ai visitatori è solo quello di rispettare il posto non facendo climbing, ovvero scalate.
A me è piaciuto molto, che dire..imponente, strana, alta, massiccia.. sono questi gli aggettivi con il quale descriverei la formazione rocciosa che si alza solitaria.

Passeggiata fino alle rapide del fiume, un pò di relax tra la natura e si riparte per Gillette in cui prevediamo di arrivare per cena.
Passano i giorni e stiamo perfezionando le tecniche di cottura utilizzando ogni mezzo. Eh si perchè di necessità virtù si dice giusto?
Infatti pochi sanno che in un forno a micronde è possibile cuocere la pasta. Si, non sto parlando di pasta precotta o roba strana, ma di pasta barilla secca, alla quale aggiungendo la giusta dose di acqua è possibile ottenere una cottura quasi perfetta. Per noi l'arte dell'arrangiarsi era diventata d'obbligo per Tommaso a cui abbiamo cercato di far mantenere per quanto possibile un'alimentazione semplice, quindi la pasta con tomato sauce l'ha fatta sicuramente da padrone.

L'hotel scelto è il Ramada a Gillette, la cui particolarità è quella di avere una grande piscina proprio nella hall dell'hotel. Voto 3/5
Canzone del giorno: Lynyrd Skynyrd Sweet Home Alabama
Sensazione: stanchezza

8 Agosto: Gillette - Cody

Ci lasciamo alla spalle le black hills, i contrasti, gli eccessi, la natura selvaggia per dirigerci adesso verso la terra del Rodeo….direzione Cody.
Città che prende il nome dal suo più illustre concittadino, William Federick Cody..conosciuto più semplicemente come Buffalo Bill.
Obiettivo del giorno: devo comprare un cappello degno di nota prima di arrivare a Cody.
Il viaggio fila liscio, con una radio locale che ci fa compagnia con tutto il meglio del repertorio della musica Country & Western.. Tra le mille canzoni riesco a riconoscerne solo un paio di Dolly Parton.
Durante il tragitto il paesaggio è abbastanza monotono, interrotto ogni tanto da delle colline e dalle onnipresenti mucche al pascolo.
Ci fermiamo per una sosta a Greybull, un ridente (si fa per dire) paesino di poche anime e due vie, in cui pranziamo e finalmente riesco a trovare il mio bellissimo cappello Bailey Made in USA.
Arrivati a Cody intorno all’ora di pranzo, raggiungiamo la nostra casa presa su Airbnb, esattamente “Cody Country Air B & B” il cui host si chiama Deb.
Appartamento perfetto, con tutti i confort, grande e in ottima posizione a Cody , con un bellissimo Giardino. La classica casa americana in cui ti aspetti di trovare la bandiera a stelle e strisce che sventola sul vialetto.
Riposo veloce, giretto a Cody downtown. La città è carina, e si respira lo spirito Country, per intenderci ho incontrato due poliziotti che andavano in giro con i texani 😊.
Una delle attrazioni più importanti della città è il famoso Rodeo, the Cody Stampede Rodeo, che pare essere stato il primo del suo genere.
Ovviamente non ce lo lasciamo scappare e alle 19:00 siamo li, con il nostro hot dog e birretta in mano.
Il Rodeo (21 dollari ad adulto) inizia puntuale alle 20:00 con tanto di speaker e inno americano.

Ecco, se volete assistere a qualcosa che unisca insieme molti elementi della cultura media americana, quello è il posto giusto: cibo, aggregazione, show entertainment e un po' di ostentato patriottismo che non guasta mai 😊.
Scherzi a parte, lo spettacolo è a mio avviso molto divertente, si parte con le performance a cavallo e le competizioni con il lazo (principalmente cercando di catturare un vitello) fino alla più spettacolare monta del toro.
La serata fila via tranquilla, solo un po' di vento a dar fastidio, ma tutto sommato ci siamo divertiti e anche Tommaso (a dire il vero dopo l’inno già dormiva).

Sensazione: sentirsi un po' Clint Eastwood
Canzone: Lili Alen – Not Fair


9 Agosto: Cody - Yellowstone

Il risveglio nella nostra casetta americana e assecondato da una bella giornata di sole, aria fresca ed il vicino che mi saluta dal giardino mentre annaffia le piante.
Decidiamo di non lasciare Cody senza prima aver fatto tappa alla Old Cody Town. Si tratta della ricostruzione della Cody Western Style utilizzando – dicono – esclusivamente case ed edifici recuperati da varie località abbandonate tra Cody ed altre “leggendarie” città del vecchio west. Ogni casa o bottega, ha una descrizione dettagliata sul luogo di origine, periodo storico ed evento che l’ha contraddistinta. L’effetto finale a me è piaciuto molto anche se è difficile da spiegare , ma ci provo: “quella” Cody non è originale, ma lo è al tempo stesso. Tutto ciò che vedrete è fatto di roba autentica, quindi avrete davvero la possibilità di vedere gli strumenti, le case e come si viveva nelle città di frontiera di fine 800. I carri sono autentici, così come il piccolo cimitero dove è sepolto il nipote di Buffalo Bill.

Finita questa breve visita si parte! Direzione Yellowstone National Park.. non stiamo più nella pelle. Trascorreremo lì i prossimi 3 giorni, le aspettative sono altissime la voglia di natura è tanta.
Arriviamo all’ingresso Est intorno alle 14.00, il clima non è dei migliori, sembra che abbia smesso di piovere da poco. L’aria è fresca, la luce un po' fioca per via dei nuvoloni, ma il tutto rende il paesaggio più surreale.
In uno dei primi view point, ammiro la natura e subito rifletto sul perché i parchi americani hanno una marcia in più: non si vede la mano dell’uomo, a perdita d’occhio. Se guardi da un view point della Death Valley, di Yellowstone, Grand canyon o Badlands (forse più di tutti), puoi notare che le strutture del parco (hotel, strade, cottage) sono sempre ai margini dello stesso, quindi ammirando la natura da un view point non si notano “cose” o luoghi artificiali come case, tralicci della luce, edifici in genere, solo natura selvaggia in grado di farti viaggiare con la mente ad epoche e periodi che si perdono nel tempo.
 Bene dopo questa romantica riflessione, torniamo a noi. Ci avviamo verso la zona del Canyon dove abbiamo prenotato il nostro primo lodge. La strada costeggia lo Yellowstone Lake per poi salire a nord verso il Canyon. Ad un certo punto avviene una delle cose più belle del nostro soggiorno nel parco. Vedo che le auto davanti a me si fermano di botto, volto lo sguardo a sinistra inizio a vedere delle caldare, delle pozze che emettono fumo e fango che ribolle. Abbasso il finestrino e vengo attraversato da un odore acre di zolfo. Siamo nella Mud Volcano area, ad un certo punto mia moglie dice “I bisonti!!” e di li a poco non riesco più a contarne, una mandria, un folto gruppo di placidi “tatanka” che pascolano docili tra le pozze di fango bollente.


Esco veloce dall’auto (dopo averla parcheggiata li vicino) , prendo Tommy dal seggiolino in estasi dalla gioia e affrettiamo il passo sulle passerelle che conducono all’area. Stando a debita distanza dai Bisonti ma abbastanza vicino da poterli osservare bene.
Dovete sapere che Yellowstone è il territorio di alcune delle più importanti mandrie di Bisonti allo stato selvaggio rimaste. Ho sempre avuto un debole per questo animale, lo trovo stupendo nella sua strana ergonomia. Vederlo mi fa pensare all’epopea dei Nativi Americani e i sogni da bambino.
Una volta che il gruppo di bisonti lascia la zona riprendiamo il nostro viaggio verso il Canyon Lodge prenotato tramite il sito di Xantera.

Consigli: non mi dilungo sul fatto se convenga o meno dormire dentro il parco. Mi limiterò a direi i pro e contro delle esperienze vissute in prima persona. Io dovessi tornare dormirei ancora e ancora dentro il parco. Si è vero le sistemazioni costano di più che a West Yellowstone (questo è il contro), ma volete mettere la comodità di trovarvi già all’interno del Parco? Yellowstone è grande quanto l’Umbria e ha dei limiti di velocità mooolto risicati quindi dovete tenerne conto quanto decidete.
Io ho trovato il lodge del Canyon bellissimo.. non tanto per la struttura che è molto semplice, quanto per l’atmosfera.
Nella nostra “casetta” in prestito, siamo arrivati stanchi morti ma ancora con l’entusiasmo a 1000 per i bisonti appena visti. Approfittando dell’energia ancora in corpo decidiamo di goderci il Canyon e il tramonto che si godrà dai suoi view point.
Sono tutti meravigliosi, noi abbiamo visto Artist Point, Gran Point, Ispiration point tra quelli che meglio ricordo. La vista del fiume e delle cascate è uno spettacolo meraviglioso. Consigliatissimi!
Riusciamo a fare anche una bella passeggiata nel bosco che delimita la strada.



Sensazione: Stupore
Canzone del giorno : Norah Jones - Sunrise


10 e 11 Agosto Yellowestone.

La prima mattina a Yellowstone per me inizia molto presto. Punto la sveglia alle 5 in quanto voglio uscire in auto, senza gente in giro per cercare di avvistare (binocolo alla mano) più animali possibili.
Purtroppo non avevo fatto i conti con la nebbia mattutina, che rende il paesaggio spettrale. Decido lo stesso di guidare verso la Hayden Valley e seguendo i consigli dei rangers mi fermo dove vedo fotografi con attrezzature da 10.000€ :-)
Se loro sono li, ci sarà qualcosa per cui vale la pena fermarsi. Ma niente, attendo al freddo e non si vede nulla.
Mentre torno a casa però, il camper davanti a me frena di botto, io abbasso il finestrino è un silenzio sordo invade l'auto, ad un certo punto sento dei rumori di zoccoli... un bestione enorme di Bisonte, sbuca dalla nebbia passeggiando contromano nella direzione della mia auto.
Mi passa accanto tranquillo, io rimango pietrificato ad osservarlo. Se avessi allungato il braccio l'avrei toccato in pieno talmente era vicino. Insomma incontri ravvicinati del terzo tipo :-)

Lasciamo la zona del Canyon per visitare l'area di Mammoth Spring. la velocità all'interno del parco è limitata e quindi le distanze sembrano ancora maggiori. Facciamo la parte del "loop" superiore che dal canyon sale fino alla Lamar Valley per poi andare verso ovest in direzione Mammoth Spring. lungo la strada un'altra bellissima sorpresa, una coppia di Bisonti allontanatasi dal gruppo sta li, vicino la strada su una collinetta a brucare l'erba e godersela al sole.
Oltre a noi qualche altro curioso si ferma ad ammirarli. Facciamo una deviazione per la Lamar Valley, pur sapendo che in pieno giorno non avremmo visto granché.
Arrivati a Mammoth, ci rendiamo conto di essere circondati da migliaia di turisti. Spesso completamente irrispettosi del luogo e delle altre persone.
Purtroppo l'estate non è il periodo migliore per visitare Mammoth in quanto le sue cascate sono prevalentemente asciutte. In ogni caso lo scenario è bellissimo e meriterebbe un approfondimento.
Andando in direzione sud la nostra prossima metà Norris Geyser Basin. Arrivati al grande bacino di geyser restiamo letteralmente a bocca aperta. Lo scenario è lunare: crateri, fumarole geyser si susseguono in un crescendo di bellezza.
Ci sono piscine con l'acqua azzurro turchese e limpidissima. Il caldo inizia a farsi sentire ma Tommy si diverte come un matto a vedere l'acqua che gorgoglia dal terreno, e quindi decidiamo di percorrere tutto il percorso.




Si è fatto pomeriggio e decidiamo di far strada verso il nostro prossimo lodge che si trova nel complesso dell' Old Feithful Inn.
L'area prende il nome dall'omonimo Geyser. Il più puntuale di tutti è proprio il "Vecchio Fedele" che all'incirca ogni 35 minuti/2 ore erutta, non deludendo mai gli ammiratori.

La zona dei Lodge e dell'Hotel si presenta come un polo di aggregazione dei viaggiatori della zona. Oltre all'hotel (bellissimo all'interno tutto di legno e pieno di corna intagliate) e al suo ristorante (consigliato ma occorre prenotare in anticipo), in zona sono presenti un Visitor Center e un mall completo di fornetti per preparare/riscaldare il cibo appena acquistato.
Per me il mall di è rivelato utilissimo. Andavamo li a preparare la pasta di Tommy e a fare rifornimento di acqua e viveri. La posizione è ottimale per visitare la parte bassa di Yellowstone e per proseguire il viaggio verso sud.
L'ultimo giorno visitiamo l'Upper geyser basin al mattino. La comoda passerella ti permette di seguire un percorso logico passando accanto ai principali geyser. Occorre tanta pazienza e fortuna per vederli in azione. Potete anche andare a dare un occhiata alle stime di orario di eruzione che i ranger pubblicano presso i visitor center.
Noi ci riusciamo con il Grand Geyser e lo spettacolo ci fa restare a bocca aperta.



Nel pomeriggio ci dirigiamo verso il Lower geyser basin, ad ammirare altri geyser ed un paesaggio ancora diverso. La metà di quella parte di giornata però è lei: la Grand Prismatic Spring. Decidiamo di procedere subito per l'Overlook da poco realizzato che permette una vista privilegiata sulla fantastica piscina dai mille colori.
Dal parcheggio all'overlook il percorso a piedi non è breve soprattutto se devi percorrerlo con tuo figlio in braccio. Nonostante tutto ce la facciamo e decidiamo di goderci quella meraviglia per un pò da lassù.
Tornati al punto di partenza giriamo tramite la passerella tutta la Grand Prismatic. L'emozione che si prova è una cosa difficile da descrivere. Merita tutta la visita!

Tramonto trascorso ancora una volta nei pressi dellì'Old Faithful, stanchi ma soddisfatti. Il nostro periodo a Yellowstone è ormai giunto al termine.
Domani si lascia questo parco meraviglioso per dirigerci a Sud. Presto le temperature cambieranno decisamente così come il paesaggio, L'Utah ci attende.

Sensazione: voglia di non partire..di restare li.
Eddie Vedder - Society


12 e 13 Agosto : Yellowstone - Idaho Falls - Salt Lake City

Riassumo qui i due giorni trascorso per spostarci verso Moab.
La tappa diretta è molto lunga, fattibilissima per due adulti ma faticosa per un bimbo piccolo così decidiamo di spezzarla in due tappe. Per poterci godere qualche giorno ad Arches e Canyonland abbiamo dovuto sacrificare il Grand Teton promettendo di tornarci quando i bimbi saranno più grandi!
Idaho Falls, è una città carina, meno anonima di quello che pensassi. Le cascate sul fiume Snale (sono delle rapide in realtà ) danno il nome caratteristico alla città.
Noi abbiamo alloggiato presso Best Western Driftwood Inn, pulito e con colazione inclusa.
Ha anche una piscina per rinfrescarsi considerando le giornate calde di agosto.
L’indomani è la vota di Salt Lake City che decidiamo di non visitare per mancanza di tempo opportuno e invece fare una bella sosta “ignorante” presso l’Outlet Park City. Se amate i marchi americani qui li trovate ad ottimo prezzo. Il centro è più piccolo rispetto a quello di Las Vegas ma si gira bene.

Sensazione: in stanby
Canzone: non pervenuta


14 Agosto : Salt Lake City – Moab

Finalmente si riparte, questi due giorni di “spostamento” ci hanno già stufato, abbiamo voglia di rimetterci in marcia il prima possibile. La nostra Nissan fa il suo dovere senza mai un lamento, la strada ed il paesaggio cambiano radicalmente rispetto al verde Wyoming, qui si alternano aspre alture, affiancate da pianure con vegetazione tipica dei luoghi caldi.
Originariamente avevamo prenotato a Moab il Super 8, ma abbiamo deciso di optare per una struttura un po' più confortevole visto che saremmo dovuti restare li per due giorni.
Iniziamo la nostra visita all’area di Moab dall’Arches National Park. Il caldo è davvero fortissimo ma il paesaggio stupendo. Arrivati all’ingresso del parco, superiamo i controlli e ci avventuriamo  per la strada che attraversa il parco, sono poco meno di 40 km. La tentazione è quella di fermarci ovunque, in ogni overlook e dove possibile avventurarci per qualche trail. Ce ne sono di tutti i tipi, da quelli brevi (diciamo 15/20 minuti) fino a quelli più impegnativi. Valutate bene in base alle vostre condizioni ed al caldo ovviamente!
La prima area che si attraversa è quella di Park Avenue (in richiamo alla somiglianza con New York).
Bellissime formazioni sono anche le tre commari o meglio the three Gossips.
Da non perdere Balanced Rock.





A noi è piaciuta da morire la zona di Windows, anche se non abbiamo potuto vedere tutto per via del tempo e di Tommaso. Fattibilissima la zona di Parade of Elephants e Double Arches.
Uno dei must del Parco è sicuramente Delicate Arches. Immagino che la cosa più bella sia raggiungerlo a piedi, ma per noi sarebbe stato impossibile e quindi ce lo siamo goduti poco dall’Upper Delicate viewpoint è quello che meglio vi fa godere della vista dell’arco se non volete farvi i 5 km a piedi.
Il tramonto è ormai andato e decidiamo di tornare verso il nostro hotel.
Per la cronaca si tratta dell’ Archway Inn, voto 4/5.

Sensazione: soddisfatti e accaldati
Canzone del Giorno: John Mellencamp – Human Wheels

15 Agosto : Mattina a Cavallo e Canyonlands

Forse nel presentarci sopra avrei anche dovuto aggiungere un particolare. Io amo andare a Cavallo, ho imparato ad andarci con la Protezione Civile, quindi non sono tanto un tipo da maneggio quanto più da escursioni e anche belle lunghe. L’occasione di essere nello Utah per me è irripetibile, e incoraggiato da Flavia, qualche settimana prima mi ero messo alla ricerca di un istruttore con cui poter trascorre un paio di ore a cavallo, possibilmente non al passo, ma andare sul serio.
Tra i mille che ho contattato su Facebook mi imbatto nella Global Endurance Training Center, il cui fondatore Christoph Schork è una specie di legenda di questo sport a livello mondiale. SI tratta delle più dure gare di equitazione, parliamo di gente che attraversa deserti o foreste anche per giorni.
Provo a contattarlo e Chris mi risponde con un semplice: “ma tu sai andare a cavallo? Perché noi usciamo ogni giorno per allenarci, se sai andare ti unisci a noi e stai al nostro passo”. Rispondo di si, anche un po' stizzito dai modi bruschi e prenoto per 3 ore.
Mi reco nel suo ranch giorno 15 agosto, non vedo nessuno, busso alla porta di casa e mi dicono di entrare..ahahaha se ci penso rido ancora, trovo un’intera famiglia di 5 persone tra adulti bambini più alcune ragazze che sembrano europee tutti seduti in stile casa nella prateria a fare colazione. Chris mi accoglie mi chiede se voglio del caffe e mi dice di togliermi le scarpe. Mi ero fatto tutt'altra impressione via mail, invece si tratta semplicemente di un uomo che va dritto al punto.
Ragazzi scene da film!
Mezzora dopo e senza fretta mi viene presentato il mio cavallo. Una delle ragazze (erano le nipoti tedesche di Chris) si occupa del sellaggio  mentre Chris mi fa firmare un contratto (in pratica un mega scarico di responsabilità ) e mi da alcune nozioni di sicurezza.
Si parte!! Una delle esperienza più belle della mia vita..mentre andavamo all’inizio al passo mi fa vedere dei luoghi dove hanno girato quel o quell’altro film western. A quel punto mi chiedono se tutto è ok e se mi va di galoppare, “Mi va?!?!!?” non aspettavo altro. Piccolo colpo di talloni e si vola, alterniamo 10 minuti di cavalcata ad altrettanti di trotto, così per quasi 3 ore. Tra soste, foto, far pascolare i cavalli e parlare delle nostre vite. Inutile dirvi che mi sia innamorato di quella situazione, di quella famiglia e di quella splendida mattina che purtroppo volge al termine.




Raggiungo i miei ragazzi che hanno approfittato della loro mattina di riposo per godersi la piscina dell’hotel. Trovo mamma e tommy belli rilassati e io felice come un bimbo.
A pranzo ci facciamo un giretto per Moab, e dopo una pennica meritata è la volta di Canyonlands  National Park.

Uno dei miei parchi preferiti, la luce, i colori tutto era perfetto.
Entriamo da nord, e la prima area che attraversiamo è quella di Island in the Sky, percorriamo la scenic drive. La strada ad un certo punto fa delle biforcazioni che conducono ad altrettanti overlook, noi abbiamo fatto avanti e indietro come i criceti ma non potevamo non vedere il più possibile.
Green River Overlook, Grand View Point Overlook con una vista che non ha confini, avrete l’infinito davanti a voi. Decidiamo di concludere in bellezza riservandoci il trail che conduce a Mesa Arches. Penso che ognuno meriti la propria finestra sull’universo e io ho scelto quella. Il tramonto da Mesa Arches è una di quelle cose da fare assolutamente una volta nella vita!









Sensazione: Consapevolezza che la Terra è un luogo meraviglioso e fragile!
Canzone del Giorno: Colonna sonora di Lo Chiamavano Trinità



16 Agosto: Moab - Vail
Il nostro viaggio volge al termine, partiamo da Moab la mattina per lasciare lo Utah e tornare in Colorado. Passaggio di solo un giorno sulle montagne rocciose con destinazione Vail.
Vail è una città così come Aspen votata al turismo mondano, soprattutto legato agli sport invernali.
Non è difficile intuirlo, tutto è perfetto, le ville, gli hotel,  i pensionati che vanno li in estate a sfuggire dal caldo con i loro maglioncini sulle spalle di cotone filato e bermuda.
Il contesto però è molto piacevole e anche la sera non abbiamo difficoltà a trovare un ristorante dove mangiare molto bene (non che il menù fosse particolarmente vario ma almeno più ricercato).
Il nostro hotel è molto bello, con le camere in legno in pieno stile alpino e con una bella terrazza vista bosco. CHRISTIANIA LODGE voto 4/5.


16 Agosto: Vail – Denver

Il nostro volo è previsto per le 21, ce la prendiamo con comodo, e approfittiamo della giornata meravigliosa per andare con Tommaso in un parco vicino pieno di giochi. Lui si diverte un mondo e anche noi, visto che in america non lesinano su nulla nemmeno sui normali giardinetti.
Sotto casa mia ho i classici scivoli e altalene, qui ci sono scivoli alti 6 metri con tanto di tunnel pazzeschi.ahahah  mi fanno morire.

Prendiamo sempre più consapevolezza del fatto che la nostra avventura sta finendo.
Non so tra qualche anno cosa rimarrà dentro Tommaso.. ma noi lo stiamo abituando a viaggiare, ad essere curioso e considerare le diversità come un qualcosa da conoscere e scoprire e non da evitare, lui sembra essersi calato benissimo nella parte.. Beh adesso abbiamo anche Viola , un’altra piccola Globetrotter.
Mi piace pensare che un po' di questo viaggio, della spensieratezza e delle emozioni vissute,  siano state in qualche modo trasmesse dalla Mamma a Viola ancora dentro la pancia, sperando che possa farne tesoro in futuro.

Nelle due estati a venire, inclusa questa abbiamo optato per mete più a medio raggio, ma la testa è sempre li negli States..e stiamo già ideando il prossimo viaggio 2020…ma questa è un’altra storia!

Credits: grazie a tutti i membri di USA On the Road  che  inconsapevolmente hanno influenzato le nostre scelte e il nostro viaggio. Ci avete fatto innamorare dei vostri racconti e aiutato con i consigli durante la pianificazione del viaggio.
Spero di aver dato un piccolo contributo a tutti coloro che stanno pensando a questa meta.. e se avete figli partite partite partite! E’ il più bel regalo che potete fare alla loro vita!

Ad Maiora semprer!

Riccardo, Flavia, Tommy + Viola.